Rione S. Angelo
- Scritto da Lo Staff di ConosciAmo Roma
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Questa mattina andiamo a passeggio con Maurizio Garro, che ci racconta un po il Rione Sant' Angelo. In una bella giornata di sole, tra colonne di antichi templi e vie storiche. Buona lettura...noi rimaniamo a casa. E voi?
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Via Petroselli, in lontananza vedo una montagna di travertino, pietra molto comune a Roma; attraverso l’incrocio con vico Jugario ( l’antica strada romana vicusjugarius che congiungeva il Foro romano con il Foro olitorio e prendeva il nome, probabilmente, da un altare dedicato a "IunoIuga", ossia "Giunone" che univa in matrimonio ), ed eccola li la montagna, è il teatro di Marcello ideato da Giulio Cesare, ma costruito e terminato da Ottaviano Augusto nel 13 Secolo a.C. Dedicato al nipote Marcello, figlio di Ottavia, sua sorella, era uno dei più grandi teatri dell’antichità con i circa 15000 spettatori che poteva ospitare; con il crollo dell’Impero romano divenne proprietà di varie famiglie aristocratiche, dai Fabii ai Pierleoni dai Savelli, che incaricarono l’architetto Baldassarre Peruzzi di restaurarlo e farlo diventare ciò che vediamo oggi, agli Orsini fino ad essere oggi un’ insieme di multiproprietà con varie sedi di società.
Davanti al teatro vedo tre colonne che sono ciò che rimane del meraviglioso tempio che Caio Sosio aveva restaurato nel I sec a.C. ( il precedente tempio era del V Secolo a.C. dedicato ad Apollo medico )e conosciuto come tempio di Apollo Sosiano; al fianco delle tre colonne il basamento di un tempio del III Secolo a.C. dedicato da Appio Claudio Cieco a Bellona, un’antica divinità romana. E pensare che fino al 1925 tutto questo non era visibile per la presenza di una vasta zona con edifici e chiese, si, tra il 1926 ed il 1934 venne costruita la via del mare, corrispondente alle attuali via del teatro di Marcello e via Petroselli, volendo isolare per farli risaltare il Campidoglio e il Teatro di Marcello perdendo , così, anche piazza Montanara, una delle piazze più frequentate di Roma.
Scendo verso la base del teatro, lo costeggio e sulla mia destra vedo un basamento che sicuramente ospitava delle colonne, si, penso bene, su quel basamento c’erano le colonne che facevano parte di un immenso porticato 119X132 metri che delimitava il portico d’Ottavia contenente il tempio di Giunone Regina, il tempio di Giove statore biblioteche ed altro; il tutto è stato voluto dall’ Imperatore Augusto che nel I Secolo a.C. restaurò un portico già esistente, costruito nel II sec a.C. da Q.Cecilio Metello Macedonico, dedicandolo alla sorella Ottavia facendo così di quest’area una zona “ appartenente “ alla sua famiglia, il teatro dedicato al nipote ed il portico dedicato alla sorella; curiosità, il portico oltre ad ospitare templi e biblioteche, ospitava anche gli spettatori del teatro che, in condizioni meteorologiche sfavorevoli, si riparavano nelle strutture del portico. Salgo una breve rampa di scale, mi giro, e vedo il meraviglioso ingresso al portico ( molti pensano che questo sia il portico, non sapendo che, invece, è la “ porta “ d’ingresso, nella parte diametralmente opposta, all’incirca tra la chiesa di Santa Maria in portico in Campitelli e Santa Caterina dei funari, c’era l’altro ingresso del tutto simile a quello che vediamo. Dietro l’ingresso al portico si vede la chiesa di Sant’Angelo in pescheria, chiesa antichissima nel cui nome si riconosce l’attività che si svolgeva in questa zona; in via di Sant’Angelo in pescheria, la vecchia via, quella che c’era prima del rifacimento della zona alla fine del XIX Secolo, si svolgeva il mercato del pesce; la vicinanza al Tevere e, soprattutto, la vicinanza alla spiaggia dell’arenella, dove veniva scaricato il pescato per poi essere portato al mercato, dove si svolgeva il cottìo, che nient’altro era che la quotazione giornaliera del pesce, e questo fino alla fine del XIX secolo, e cioè fino a quando c’era il “ vecchio “ Ghetto. Il cottìo, come usanza pre-natalizia, venne poi trasferito ai mercati generali dell’ Ostiense fino a quando questi rimasero in uso.
M.G..