I gatti di Roma
- Scritto da Lo Staff di ConosciAmo Roma
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I nostri amici a quattro zampe. I gatti di Roma, una presenza sempre crescente nei Siti Archeologici della città eterna. Li menzioniamo anche in un modo di dire, sapete perchè?
Fanno parte del nostro " Diario di bordo ", raccontati da Riccardo. Ad Maiora...
Le colonie feline di Roma
Roma è la città eterna. Roma è la culla di tanti amichetti pelosi. La simbiosi che si è creata tra i fantastici monumenti Capitolini ed i piccoli felini, ormai è una testimonianza chiara; li troviamo nei Siti Archeologici di maggior interesse, tanto per citarne alcuni, gli scavi di Largo di Torre Argentina, nel Cimitero Acattolico, all’ ombra della Piramide Cestia, con bellissime casette “archeologiche” lungo le Mura Aureliane, nel Cimitero Monumentale del Verano, nel quartiere di San Lorenzo. Insomma, il gatto ormai fa parte della nostra vita quotidiana. Uno degli ultimi censimenti felini, ha rilevato che su tutto il nostro territorio, sono più di centoventimila i gatti presenti. Capite bene che non è facile fare una stima, il numero è in continuo aumento, senza contare che questi sono quelli “ufficiali”, quanti saranno quelli al di fuori di questo conteggio? Insomma, si può parlare senza ombra di dubbio, di un “Patrimonio Bioculturale”, un bene proprio della Capitale d’ Italia, di cui si prendono cura più di quattrocento colonie feline, dislocate su tutta Roma, dalle più grandi come può essere quella menzionata prima di Largo di Torre Argentina, ad altre comunque sempre organizzatissime come quella di Porta Portese sulla Via Portuense, dove vengono accuditi e coccolati circa duecentocinquanta micetti. Su tutto un altro versante, parliamo di Villa De Sanctis sulla Via Casilina, nel multietnico quartiere di Tor Pignattara, giocano felici e curati Mascherino, Trilly e Casimiro, già dai nomi si capisce che sono delle birbe; zompettano e giocano accanto al Mausoleo di Elena, la mamma dell’ Imperatore Costantino, magnifico Sito Archeologico adiacente un'altra meraviglia che vi consigliamo vivamente di visitare, le Catacombe di Marcellino e Pietro. Come dicevamo prima, sembra veramente che la bellezza della nostra città, vada di pari passo con la custodia di questi piccoli amici, una sinergia che richiama turisti da tutto il mondo. Non è una novità per noi, che vi raccontiamo spesso dei ritrovamenti di statuine raffiguranti gatti, dentro luoghi sacri, uno su tutti, il Tempio di Iside e Serapide. Immagini sacre, che vedevano già nell’ antichità questo animale come un simbolo importante da venerare, da accudire, amare. Una testimonianza ancora visibile di un ritrovamento Egizio, la trovate in Via della gatta, traversa di Via del Plebiscito. Va ad arricchire la struttura già bellissima di suo, di Palazzo Grazioli. Accudire ed amare dicevamo, proprio come facevano le amministrazioni Comunali fino ad una certa epoca. Torniamo indietro di qualche anno, il primo cittadino di Roma era Ernesto Nathan ( 1907/1913 ). Alle colonie feline veniva fornita una quantità giornaliera di cibo per gatti, parliamo di trippa, acquistabile a buon mercato, ma che aveva comunque un costo per le casse Comunali; tanto per cambiare, in quel periodo, nella città eterna due problemi assillavano i governanti, una crisi economica non da poco ed un alto numero di topi in giro per la città. Ernesto Nathan, pensò che si poteva unire l’ utile al dilettevole; risparmio quotidiano per il Comune, seppure la spesa fosse minima, ed un incentivo affinchè i gatti andassero alla ricerca dei roditori. Niente più forniture alle suddette colonie feline. Ne uscì un vero e proprio proclama dalle stanze Capitoline, tanto che ancora oggi ne facciamo largo uso di questo modo di dire…” Non c’ è trippa pè gatti! “. Da quel giorno non sappiamo se la crisi cessò, sicuramente i felini presi dalla morsa della fame, andarono un pochino di più alla ricerca dei poveri ed invadenti topolini.
R. L.